Museo Didattico Fiorini

Oggetti

Le brigate partigiane di Busto Arsizio

Busto Arsizio è sede del 102° brigata Garibaldina chiamata “Maurizio Macciantelli” e di tre brigate azzurre (ossia di ispirazione cattolica), la “Giani”, la “Lupi” e la “Raimondi”. È inoltre sede di un Comando Raggruppamento di Divisione, la “Alfredo Di Dio”. Le prime brigate nascono all’interno delle fabbriche. I gruppi interni alle fabbriche tessili bustesi sono in stretto contatto con il CLN e con le formazioni partigiane; forniscono vestiario, scarpe, coperte, lenzuola sia ai giovani renitenti alla leva nascosti presso famiglie bustocche, sia ai partigiani operanti in montagna. Oltre alla ricerca dei finanziamenti, gli operai degli stabilimenti protetti rallentavano la produzione e compivano veri e propri atti di sabotaggio della costruzione di materiale bellico, in modo che divenisse inutilizzabile per i tedeschi. Dagli scritti di Mario Pigatto. Novembre 1943: “I primi contatti con le formazioni di montagna vennero allacciati con i gruppi partigiani che occupavano la zona del Monte di San Martino, tra la Valcuvia e la Valtravaglia, nell’alto Varesotto. Soprattutto i patrioti gallaratesi sotto la direzione di Mario Sola organizzarono un servizio di rifornimenti destinato all’assistenza del gruppo “Cinque giornate”, ossia dei 180 uomini del colonnello Carlo Croce che, impossessatisi di un forte in Val Alta, vi rimasero con la collaborazione degli abitanti dei paesi di Duomo, Cuveglio, Rancio Valcuvia, Mesenzana e Brissago Valtravaglia, fino al 14 novembre 1943, data in cui circa 3000 uomini della Wermacht, militi della GNR, presero d’assalto le postazioni partigiane, scatenando la prima vera offensiva bellica contro i banditi. L’assedio si prolungò per cinque giorni e solo una novantina di partigiani riuscirono a riparare nella vicina Svizzera insieme con il colonnello Croce. La tragedia di San Martino fu in un certo senso pedagogica per i patrioti altomilanesi, in quelle condizioni privi di un’organizzazione militare sufficientemente funzionale, era impossibile uscire allo scoperto ed impegnarsi in lotta aperta contro gli occupanti tedeschi. Giocava in favore della prudenza anche la sempre maggiore consapevolezza dell’importanza strategica di Busto Arsizio nell’economia della resistenza, ove si stava organizzando una centrale di rifornimenti per le formazioni di montagna”. NOME PROPRIETARIO Associazione Partigiana “Alfredo Di Dio”, Busto ArsizioDATA REPERTO 1943-45TIPOLOGIA REPERTO Oggetto esposto in struttura museale DESCRIZIONE REPERTO Giacca invernale utilizzata dai partigiani durante la Resistenza.

Scopri di piú