Museo Didattico Fiorini

Ercole Comerio

Tra i numerosi fatti storici che hanno segnato profondamente il nostro territorio nel corso della prima metà del ‘900 c’è indubbiamente quello accaduto alla fabbrica Ercole Comerio il 10 gennaio 1944. 
Per comprendere a pieno il senso e il valore sociale di quanto avvenuto, è necessario contestualizzare l’evento nel panorama storico dell’epoca. Dopo la firma dell’armistizio del ’43, le forze tedesche hanno occupato il territorio lombardo e sottopongono la popolazione locale allo sfruttamento e alla fame. Alle precarie condizioni di vita si aggiunge poi quell’ideale antifascista che anima lo strutturarsi dei Comitati di Liberazione Nazionale. Busto Arsizio e i suoi dintorni costituiscono un punto di riferimento importante sotto vari punti di vista: si tratta di un’area strategica per i contatti con le formazioni partigiane della Val d’Ossola e della Val Formazza; la vicinanza con la Svizzera ne fa un punto chiave per l’espatrio dei ricercarti e degli ebrei; l’alta concentrazione industriale rende la zona particolarmente importante per i tedeschi, anche se già a partire dal marzo 1943 gli operai delle ditte locali organizzano scioperi e agitazioni per la miseria provocata dalla guerra. In particolare gli operai chiedono un aumento del salario, la distribuzione di alcuni beni di uso comune come vestiti e calzature a titolo gratuito e la sostituzioni dei quadri del Sindacato Unico Fascista. A queste richieste e agli scioperi, i tedeschi reagiscono duramente. Così, il 5 gennaio 1944, ufficiali delle SS irrompono nella sede della Franco Tosi di Legnano arrestando ottanta operai e inviandone otto a Mauthausen in Austria; cinque giorni più tardi è la volta della Ercole Comerio: l’irruzione in fabbrica, gli spari intimidatori, gli ordini urlati, gli scioperanti messi al muro. La tensione, la paura. Ma per i manifestanti della Ercole Comerio non c’è spazio per abiurare alle proprie idee. E così, sei operai, quelli più attivi dal punto di vista sindacale, vengono arrestati e inviati a Mauthausen. 

Vogliamo ricordare i loro nomi: 
Arconti Vittorio Nato il 22 aprile 1901 a Lonate Pozzolo; Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 29 novembre 1944 ad Hartheim (Austria). Aveva 43 anni.

Biancini Giacomo Nato il 20 febbraio 1923 a Milano. Faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato ad Ebensee (Austria) dagli americani.

Cucchetti Arturo Nato il 18 aprile 1901 a Inveruno. Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 25 aprile 1944 a Gusen (Mauthausen). Aveva 43 anni.

Gallazzi Ambrogio Nato il 4 febbraio 1910 a Busto Arsizio. Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 20 aprile 1945 a Mauthausen. Aveva 34 anni.

Mazzon Alvise Nato il 6 maggio 1907 ad Alano di Piave (BL). Non faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Fu arrestato per errore. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato a Gusen dagli americani. Morirà poco dopo il ritorno.

Toia Guglielmo
Nato il 28 agosto 1914 a Sacconago. Faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato a Mauthausen.

L’associazione Noi della Ercole Comerio, che da anni si impegna per mantenere viva la memoria di questo drammatico ed eroico avvenimento, ha condiviso con noi alcuni importanti documenti. Si tratta delle dichiarazioni rilasciate subito dopo la fine del conflitto dai testimoni: si tratta di voci semplici, che con un linguaggio diretto e scarno, tratteggiano quanto accaduto. Tra le testimonianze più interessanti troviamo quella di Don Angelo Volonté, di cui potete trovare altre informazioni nella sezione “Alfredo Di Dio” del nostro Museo. 
Abbiamo scelto di condividere con voi queste importanti testimonianze attraverso una lettura recitata dei passaggi più interessanti. 
Buona visione.