Museo Didattico Fiorini

Annamaria Habermann

Benvenuto nella sala dedicata alla storia personale
di Annamaria Habermann,
che ha collaborato con grande disponibilità
alla creazione di questo museo digitale.
Qui troverai l’intervista alla dottoressa
realizzata dalla studentessa Rachele Zingale,
alcune foto del giovane Tàmas Habermann
e i documenti digitalizzati presenti nell’archivio
di Annamaria relativi alla vicenda della sua famiglia.

Tamàs – foto 1

NOME PROPRIETARIO Dott.ssa Annamaria Habermann DATA REPERTO 1933TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privatoDESCRIZIONE REPERTO Il piccolo Tamás, fratello della dott.ssa Annamaria Habermann, barbaramente assassinato probabilmente nel campo di sterminio di Auschwitz.

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Tamàs – foto 2

NOME PROPRIETARIO Annamaria Habermann DATA REPERTO 1932TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato DESCRIZIONE REPERTO Il piccolo Támas Habermann, barbaramente assassinato nel campo di Auschwitz.

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Tamàs e Aladar

NOME PROPRIETARIO Annamaria Habermann DATA REPERTO 1932TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato DESCRIZIONE REPERTO Il piccolo Támas Habermann, barbaramente assassinato nel campo di Auschwitz, ritratto qui insieme al padre, dott. Aladar Habermann (medico ungherese che esercitava la sua professione a Busto Arsizio), sopravvissuto.

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Tamàs e Aladar in bicicletta

NOME PROPRIETARIO Annamaria Habermann DATA REPERTO 1937TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato DESCRIZIONE REPERTO Támas Habermann, barbaramente assassinato nel campo di Auschwitz, ritratto qui insieme al padre, dott. Aladar Habermann (medico ungherese che esercitava la sua professione a Busto Arsizio), sopravvissuto.

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Tamàs – foto 3

NOME PROPRIETARIO Annamaria Habermann DATA REPERTO 1939TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato DESCRIZIONE REPERTO Tamás Habermann, barbaramente assassinato nel campo di Auschwitz.

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Tamàs – foto 4

NOME PROPRIETARIO Annamaria Habermann DATA REPERTO 1940TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato DESCRIZIONE REPERTO Tamás Habermann, barbaramente assassinato nel campo di Auschwitz.

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Tamàs – foto 5

NOME PROPRIETARIO Annamaria Habermann DATA REPERTO 1943TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato DESCRIZIONE REPERTO Tamás Habermann, barbaramente assassinato nel campo di Auschwitz.

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Tamàs – foto 6

NOME PROPRIETARIO Annamaria Habermann DATA REPERTO 1944TIPOLOGIA REPERTO Fotografia di archivio privato DESCRIZIONE REPERTO Tamás Habermann, giovane barbaramente assassinato nel campo di Auschwitz.

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I documenti dell’archivio Habermann

  Grazie alla disponibilità della dott.ssa Annamaria Habermann, le studentesse Rachele Zingale e Sonia Cassani hanno avuto la possibilità consultare i documenti presenti nell’archivio della famiglia Habermann relativi in particolare al padre Aladar e alle ricerche svolte per ricostruire la vicenda personale e il destino del giovane Tamàs. I documenti sono stati digitalizzati, consultati e indicizzati e costituiscono una preziosa fonte di informazioni soprattutto per quanto riguarda l’applicazione delle leggi razziali in Italia, nella loro specifica declinazione per persone prive della cittadinanza italiana.   Consulta l’indice e, in basso, i documenti digitalizzati. Pagina Data documento Lingua Tipologia di documento 1 // Italiano Elenco documenti di Aladar Habermann  disponibili nel fascicolo. 2 // // Cartina geografica dell’Ungheria con sottolineature nelle città di Baja e Csàtalja. 3 // Italiano Un amico ungherese collabora alla ricerca di informazioni relative al nonno di Annamaria Habermann. 4 // Ungherese Copia di agendina di Aladar Habermann  contenente indicazioni di ricerca  per provare a rintracciare Tàmas in lingua ungherese, dunque inizialmente incomprensibile ad Annamaria.  5,6,7,8 1938 Ungherese Copie dei passaporti ungheresi di Aladar Habermann  e di sua moglie Rosa De Molli. Contestualmente alla celebrazione del matrimonio civile (6 ottobre 1938), Rosa perde la cittadinanza italiana ed acquisisce quella ungherese. Si segnala che le nozze sono celebrate sei giorni dopo il termine ultimo concesso dalle leggi razziali. Annamaria, seppur nata a Busto Arsizio, viene registrata a Budapest: il suo nome compare sul passaporto materno. 9 1940 Ungherese Certificato di nascita Aladar Habermann. 10 1943 Ungherese Dichiarazione della residenza del giovane Tàmas Habermann, presso la nonna materna, in via Attila 10 a Baja. 11 1943 Ungherese Aladar risulta residente a Busto Arsizio per il comune di Csàtalja. 12 3 luglio 2006 Ungherese Documento estratto dal registro delle nascite della Repubblica Ungherese:  attesta la nascita di Aladar Habermann. Compaiono i nome dei genitori. 13 1997 Ungherese Elenco famiglie ebree deportate: al numero 10 compare il nome di Tàmas Habermann e della nonna materna. Accanto al nome di Tàmas compare la scritta “nato cristiano”. 14 2006 Ungherese Documento estratto dall’elenco dei matrimoni: tra Habermann Aladar e Klein Rozsa (prima moglie di Aladar, che successivamente cambierà il cognome in “Katona” in quanto il precedente rimandava alla tradizione ebraica). 15 2006 Ungherese Documento estratto dal registro delle nascite: attesta la nascita di Tàmas Habermann il 9 dicembre 1929. 16,17 1927 Latino Diploma di laurea del dottor Habermann in medicina a Vienna, dove si era trasferito a causa del “numerus clausus” per il quale solo una cerchia ristretta di persone di religione ebraica aveva accesso agli studi universitari in Ungheria. 18 1927 Latino/Ungherese Documento relativo alla laurea, in tedesco e latino. 19 25 luglio 1929 (settimo anno fascista) Italiano  Aladar Habermann consegue una seconda laurea in medicina a Roma, come certificato dal documento. 20 1929 Tedesca Documento relativo alla laurea di A. Habermann in medicina a Roma, tradotto in tedesco. 21 24 dicembre 1929 (ottavo anno fascista) Italiano Attestato per l’abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo di Aladar Habermann in Italia, ottenuto a Milano. 22 1929  Tedesca Traduzione del documento relativo all’abilitazione. 23 15 luglio 1925 Tedesca Documento di riconoscimento svolgimento professione di medico dal 21 aprile al 15 luglio 1925, nel reparto di medicina seconda presso l’ospedale Kultusgemeinde Wien, come praticante. 24 25 aprile 1930 Tedesca Documento relativo alla professione di medico a Baja. 25 12 ottobre 1928 Ungherese Documento relativo alla professione di medico a Baja 26 26 novembre 1930 Tedesca Documento relativo alla professione di medico: referenze del direttore del sanatorio di Calmbach. 27,28 31 marzo 1933 Tedesca Documento relativo alla professione di medico: referenze del professor Werner dalla clinica di Aalen. Importante la data che coincide con la presa del potere da parte di Adolf Hitler e con la conseguente decisione del dottor Habermann di abbandonare la Germania per trasferirsi in Italia. 29 30 marzo 1933 Tedesca Documento relativo alla professione di medico con elogi all’operato del dottor Habermann. 30,31 8 luglio 1940 Slava Il dottor Habermann figura come medico contrattuale della Regia marina Jugoslava. 32 8 luglio 1940 Italiano Traduzione in italiano di un documento del Regno di Jugoslavia che attesta che la madre di Aladar Habermann, Malvina Giskan, è di religione cattolica romana. 33 1940 Italiano Documento che accerta che il professor ingegnere Giuseppe Pavic ha tradotto fedelmente dal serbo all’italiano il precedente documento. 34 1938 Ungherese Certificato di residenza di A. Habermann in piazza S. Giovanni 4. 35,36 1938 (sedicesimo anno fascista) Italiano Certificato di residenza di A. Habermann in piazza S. Giovanni 4. 37 24 ottobre 1933 Italiano Tessera di riconoscimento dell’ordine dei medici (Milano) 38 11 marzo 1929 Italiano Certificato nazionalità ungherese di A. Habermann 39 5 dicembre 1929 Italiano Permesso di soggiorno in Italia di Aladar Habermann che in questo periodo risiede a Milano. 40,41 1942 (ventesimo anno fascista)  Italiano Tesserino della confederazione fascista dei professionisti e degli artisti di Varese 42 26 ottobre 1929 Italiano Certificato di identità personale rilasciato a Padova. 43 12 febbraio 1930 Italiano Certificato di residenza a Padova. 44,45,46,47 2 dicembre 1933 Italiano Verbale con delibera dell’ospedale di circolo di Busto Arsizio che acconsente ad A. Habermann di far pratica gratuita nel reparto di medicina. 48 10 novembre 1938 Italiano Documento segreto del ministero dell’interno: rubrica speciale degli ebrei stranieri. Alla lettera “H” compare Habermann. Chiunque dei soggetti in elenco se fosse presentato alla frontiera sarebbe stato espulso dal paese. 49,50,51 3 maggio 1939 Italiano Documento del ministero dell’interno, direzione generale della demografia e la razza: l’ebreo straniero è di razza ebraica ma di religione cattolica, con richiesta dei documenti di battesimo. 52 26 ottobre 1939 Italiano Documento di richiesta di eliminazione del nome A. Habermann dall’elenco degli ebrei della città di Busto Arsizio: in Ungheria è ritenuto ariano. Questo documento non è stato ritenuto valido fino al 1941. 53 1 marzo 1940 Italiano Lettera rivolta all’ufficio di censimento del comune di Busto Arsizio in cui A. Habermann dichiara di non dover essere considerato ebreo. 54 6 marzo 1940 Italiano Risposta negativa del podestà della città di Busto Arsizio

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Le lettere di Tamàs al padre Aladar

Tamàs Habermann è nato nel dicembre del 1929 da Aladar Habermann e Rozsi Katona; ha vissuto a Busto Arsizio in Piazza San Giovanni 2 con i suoi genitori fino al 1935, quando la madre decise di tornare in Ungheria, a Baja. Dal 1936 risulta residente in Ungheria presso la nonna paterna Hirschl Jolan, alla quale fu affidato dopo il divorzio dei genitori avvenuto probabilmente nel 1936. Dopo questa separazione furono rarissime le occasione per Aladar di rivedere suo figlio, a causa delle leggi razziali che non permettevano spostamenti; tuttavia Tamàs scrisse numerose lettere a suo padre fino al I° febbraio del 1944. Dopo questa data si perdono le sue tracce: venne sicuramente deportato in un campo di sterminio, ma ad oggi non è stato possibile ricostruire la sua storia successivamente a questa data. L’ipotesi più probabile è che sia morto ad Auschwitz. Aveva 15 anni. Qui puoi visionare le lettere del piccolo Tamàs a suo padre e i documenti di Croce Rossa relativi alla ricerca del ragazzo:

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Aladar: un uomo giusto.

Il dottor Aladar Habermann è riuscito a salvarsi dalle deportazioni grazie in particolare alla perseveranza di Rosa De Molli, sua moglie e madre di Annamaria. Tuttavia egli stesso si è concretamente attivato in più occasioni per garantire protezione a famiglie in pericolo. Riportiamo qui le lettere di alcune persone salvate dalla deportazione proprio grazie all’intervento del dottor Habermann, scritte dopo la guerra con l’obiettivo di supportare la richiesta di Aladar della cittadinanza italiana. Gli originali sono consultabili in formato digitalizzato in basso.   (Pag 9) Io sottoscritta TEDESCHI Rina Meise Gustavo e fu Zanetti Maria, nata a Verona il 3/1/1899, residente a Badia Calavena (Verona) già nubile, casalinga, dichiaro quanto segue: Nel Maggio 1944 Fui costretto a fuggire dalla mia abitazione di Badia Calavena (Verona) essendo perseguitata dai Nazi-fascisti, per ragioni razziali e dopo varie peripezie alla fine del suddetto mese, mi rifugiai a Busto Arsizio (Varese) dove -eccezionalmente- venni a conoscere il Sig.Dott.HABERMANN, il quale presami in considerazione, generosamente e patriotticamente, senza tener conto del grave rischio cui andava incontro per la sua stessa persona, mi ospitò presso la di lui famiglia e provvedendo gratuitamente al mio sostentamento sia in vitto che per il vestiario, quando allontanata da casa con puro vestito che indossavo, fino alla Liberazione.            A Badia Calavena, il 12 Agosto 1949. LA DICHIARANTE  Rina Tedeschi     (Pag 13) Io sottoscritto, Matteri Virgilio fu Pietro domiciliato a Dongo (Como) Per la verità e giustizia con piacere posso dichiarare quanto segue:  Dopo la scarcerazione da S.Donnino, (21 marzo 1945) venni nuovamente ricercato dai nazifascisti e minacciato di morte quale elemento da sopprimere. Per sottrarmi a tale persecuzione fu accompagnato da Padre Santino Viale dei Frati Minori a Busto Arsizio alla casa del Dott. Aladar Habermann completamente sconosciuto a me ed io a lui. Dallo stesso Dottore fui accolto fraternamente e tenuto celato, con suo pericolo personale, fino alla liberazione. Dongo, 15 luglio 1949 In Fede Geom. Virgilio Matteri     (Pag 14) DICHIARAZIONE Noi sottoscritti , Matteri Virgilio fu Pietro , Moschini Mario fu Giov. Battista, Allemagna Mario fu Luigi, Arnaboldi Ambrogio di Fioravanti , Conti Luigi fu Pietro dichiariamo quanto segue: Il 22 dicembre 1944 fummo arrestati dalle Brigate Nere e passati a disposizione delle SS Tedesche, trasportati alle carceri di S.Donnino a Como, quali elementi antifascisti e antinazisti, a disposizione di essere internati in campo di concentramento in Germania. Mediante il tempestivo intervento del Dottor Aladar Habermann, che ha potuto avvicinare l’interprete ungherese, si è arrivati in un primo tempo a ritardare e sorprendere il nostro internamento e poi, sempre per merito dello stesso Dott. Habermann rivolgendo a nostro favore le varie disposizioni, dopo tre mesi di lavoro, si è ottenuta la nostra scarcerazione.   Trascriviamo qui di seguito i nominativi di tutti quelli, noi compresi, che erano nelle condizioni qui sopra dette.      (Pag 15) 1) Allemagna Mario    2) Amedeo Giovanni    3) Arnaboldi Ambrogio    4) Battaglia Amedeo    5) Bianchi Fiovo 6) Briz Ernesto       7 )Briz Germano  8) Canape Aimone  9) Canape Dorino 10)Cogotzi Raffaele 11)Finistauri Nicola 12)Gobetti Renato 13)Matteri Virgilio 14)Meloni Sannio 15)Montini Arialdo 16)Montini Giovanni 17)Montini Giuseppe 18)Tognola Diego 19)Soanagatta Achille 20)Todeschi Carlo 21)Nocera Umberto 22)Rossi Luigi 23) Ortelli Carlo 24)Montini Urbano 25)Moschini Mario 26)Negri Giovanni 27)Negri Giuseppe 28)Conti Luigi 29)Nicolini Paolo 30)Nicolini Granzella Tina 31)Romanó Gino Dongo, 2 luglio 1949     Pag 16 DICHIARAZIONE Io sottoscritto Rumi Angelo di Giuseppe residente a Dongo fui arrestato in data 10 ottobre 1944 e detenuto dalle SS Tedesche e pronto per essere inviato in Germania. Ho potuto essere liberato per l’intervento del Dott. Habermann che ha avvicinato l’interprete Sig.Denes e ha fatto cambiare le accuse che erano a mio carico. In fede Rumi Angelo  Dongo 15 luglio 1949     (Pag 17) Convento S.Antonio di Padova dei Frati Minori  Milano, 8 luglio 1949 Per quanto riguarda l’opera benefica svolta dal dott.Aladar Habermann, a Busto, devo rendere la più bella testimonianza. Nel triste periodo 1943-46, ero Superiore del Convento dei Frati Minori in Busto Arsizio , che accoglieva oltre quaranta religioni . Il Dott.Habermann mi soccorse largamente con medicinali , con la prestazione gratuita dell’opera sua in ogni circostanza. Ma quello che ha più valore e degno di nota furono le sovvenzioni e gli aiuti che il Dottore m’elargiva costantemente , perché le facessi pervenire alle famiglie più bisognose degli internati, prigionieri, partigiani e ad altre famiglie versanti in necessità. Concorse anche, perché con altri generosi benefattori potesse funzionare, presso il Convento la “Casa del povero”, dove, ogni giorno si distribuivano n.50 minestre. In fede Padre Francesco Bianchi  Ordine Frati Minori     (Pag 18) DICHIARAZIONE Io sottoscritto Massarelli Giulio fu Erminio, già appuntato dalla Guardia di Finanza in servizio permanente effettivo, dichiaro in piena coscienza quanto appresso: sin dal tempo cospirativo, risalendo all’anno 1944, epoca che ricorda ancora nel nostro animo molte peripezie per i momenti difficili in cui si viveva, potei portare a termine compiti preziosi e molti e molti ebrei, con l’intento di salvarli, poiché erano braccati dai nazi-fascisti. Mi misi a contatto con il sig. Dr. Aladar Habermann, il quale non valutando il pericolo a cui andava incontro, si prestava, con affetto sincero all’espatrio dei sig. Paolo e Elena Pick di nazionalità cecoslovacca. Primo compito. In un secondo tempo Bela e Claba Jenei, Colomanno Jenei e Ladislao Vadas di nazionalità ungherese. In seguito anche il Sig. Bela Peiffec di nazionalità ungherese.  Il Dr. Habermann ha seguito personalmente le persone che mi venivano affidate, meno i due cecoslovacchi, per tranquillità dei fuggiaschi e per assicurarsi della sicura salvezza dei suoi protetti ospitati in suolo Svizzero, da dove sono poi ritornati tutti quanti. Busto Arsizio , 15/7/1949 In fede Massarelli Giulio     (Pag 19) Deputazione Provinciale di Varese  Il Presidente  11 Luglio 1949 Dichiarazione Il sottoscritto, Luciano Vignati di Busto Arsizio, presidente della Deputazione Prov. Di Varese e già Commissario Comandante del Raggr.to Divisoni “A. Di Dio”del C.V.I., è ben lieto di attestare che durante l’occupazione nazista, arrestato e

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