Museo Didattico Fiorini

Don Mario Belloli, classe 1897, parroco della Chiesa S. Michele di Busto Arsizio, dall’ottobre del 1943 risulta attivo nel RAGGRUPPAMENTO DIVISIONI PATRIOTI CISALPINO nel reparto operante di comando. Egli trascorre la sua vita tra i giovani, per i quali è stato un modello e un punto di riferimento; ha saputo affrontare con coraggio e determinazione il difficile periodo della Resistenza e della Liberazione. Non dimentica mai i suoi doveri di sacerdote e di cittadino in un momento storico in cui  avverte chiaramente  il peso delle responsabilità e la consapevolezza delle conseguenze che ogni decisione poteva avere per sé e per gli altri. Lo scambio epistolare tra il patriota benemerito don Mario Belloli e i soldati e detenuti presente nell’archivio dell’Associazione “Alfredo Di Dio” ci fa capire quanto importante fosse l’aiuto che egli offrì all’attività dei partigiani nel momento in cui i rastrellamenti dei nazifascisti erano diventati sempre più frequenti anche a causa delle denunce dei “repubblichini” nel  luglio del 1944. Egli ha rischiato la sua vita senza farsi scrupoli, nonostante la sua attività  fosse già da tempo nota alle autorità fasciste.  Don Mario aveva organizzato il “covo di via Calatafimi”; lì lui abitava con la perpetua, signora Rosa, che rappresentava un prezioso aiuto per le sue  attività  di sostegno ai partigiani. In quel “covo” si era insediato anche “l’ufficio dei falsi” , dove venivano prodotte decine di documenti falsi che erano  utilizzati dai partigiani per muoversi nelle città senza destare sospetti. Nulla riuscì a fermare la convinta opposizione di don Mario al fascismo, nemmeno quando il Segretario Politico Mazzeranghi  lo minacciò apertamente  nel giugno del 1944 e nemmeno quando i brigatisti neri imbrattarono i muri delle chiese scrivendo frasi offensive e minacciose contro il parroco partigiano. 

Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

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