Museo Didattico Fiorini

SALA ANTONIA

Antonia Sala, nata nel 1921, ostetrica di professione, partecipa alla resistenza dal I° febbraio del 1945 a Busto Arsizio. Nome di battaglia: Antonietta. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

RAVAZZANI DON GIUSEPPE

Ravazzani Giuseppe, nato a Busto Arsizio il 13 aprile del 1912, sacerdote, partecipa alla resistenza dal settembre del 1943. Attivo presso il distaccamento avieri col grado militare di aiuto-cappellano. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

POZZI DON GILBERTO

Gilberto Pozzi  è nato a Busto Arsizio nel 1878 ed è morto a Cilvio nel 1963. È ricordato per la sua carriera da sacerdote durata ben sessant’anni a Cilvio, ma in particolar modo per le sue azioni durante la seconda guerra mondiale. Con fede e spirito di fratellanza, egli lotta contro il nazifascismo rischiando più volte la vita, subendo interrogatori e addirittura arresti. Viene chiamato lo “Schindler di Busto” perché grazie al suo impegno riesce a salvare decine di ebrei italiani dalla deportazione nei campi di concentramento nazisti conducendoli oltre il confine svizzero.  Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

PIROVANO PAOLO

Paolo Pirovano nasce a Busto Arsizio (VA) il 6 luglio 1928. Ha fatto parte di formazioni partigiane operanti nella zona dell’Alto Milanese, in particolare della Brigata “Raimondi” del Raggruppamento Divisioni Partigiani “Alfredo di Dio”. Ha compito diverse operazioni di guerra, tra cui il disarmo di svariati militi della Brigata Nera, e lo scontro con i militari tedeschi del Comando di Sacconago. Ha partecipato attivamente alle azioni del 25 aprile 1945. Per tutti questi motivi, nel 1974 ha ottienuto il riconoscimento di “Partigiano Combattente” dal vice-comandante Alfonso Armiraglio.  Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

PIGATTO MARIO

Classe 1925 , partecipa alla resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale contro le forze nazifasciste . È un partigiano del Comando Divisioni Patrioti “Valdossola”e “Valtoce” , assume il ruolo di caposquadra. Partecipa a numerose sparatorie a Domodossola, S.Maria e Malesco. Riesce sempre a salvarsi e perde molti compagni; dopo la guerra decide di stendere le memorie della sua vita da partigiano nell’Ossola. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

PACHETTI RINO

Rino Pachetti incarna i più alti e valorosi caratteri dell’uomo partigiano, che comprendono non solo la difesa della propria patria e la lotta per la libertà, ma anche spirito di sacrificio, sofferenza e aiuto verso il prossimo, anche in situazioni di morte. Prima di entrare a far parte del movimento partigiano, lavora nell’ambito delle ferrovie come operaio meccanico, sia quando è chiamato per il servizio della leva militare e sia come lavoro quotidiano negli anni antecedenti la guerra. La sua vita da partigiano inizia l’8 settembre del 1943, e da quel momento opera in difesa del popolo italiano dalle grinfie nazifasciste nel basso Varesotto e, successivamente, come comandante nel primo settore operativo del lago Maggiore e d’Orta. Durante questa esperienza viene numerose volte ferito, arrestato e condannato a morte, ma grazie alla sua caparbietà, alla sua voglia di non soccombere e di portare a termine il proprio compito, riesce a salvarsi e a salvare molte vite con azioni eroiche che, a fine conflitto, vengono riconosciute con numerosi attestati e onorificenze. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

OLIVA ELSA

Elsa Oliva, la “ragazza partigiana”, si unisce alle forze della Resistenza e con il suo reparto opera a Cusio e sulle pendici del Mottarone. A spingerla verso questo impegno civico è l’uccisione da parte di un fascista, davanti alla moglie e ad un bimbo, di un alpino ferito. Elsa partecipa a parecchie azioni rischiose, a durissimi combattimenti, rischiando anche la fucilazione. Viene arrestata per due volte prima a Bolzano e poi nell’Ossola, dal tenente delle Brigate nere Aimone Finestra ma riacquista la libertà grazie a uno scambio di prigionieri. Elsa Oliva muore a 73 anni a Domodossola dove era ricoverata per un male incurabile. Una ventina di anni fa, Elsa Oliva aveva dato alle stampe un libro di ricordi dal titolo “Ragazza partigiana”: una sorta di diario nel quale narra le vicende proprie e dei partigiani della sua formazione.  Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

MERAVIGLIA BRUNO

Bruno Meraviglia ha occupato la posizione di Ufficiale dell’Esercito con il grado di Tenente. Nel 1944 assume Il comando della Brigata Carroccio che operava nella  zona di Legnano, Cerro Maggiore e organizza i diversi gruppi nella clandestinità. Trasporta e mette in salvo un partigiano ferito durante un rastrellamento ed inoltre fa espatriare due cittadini americani ricercati dai tedeschi. Il 25 aprile dirige le operazioni militari svoltesi nel legnanese e nei paesi confinanti, sulla strada del Sempione e alla caserma dei presidi tedeschi in cui sono stati registrati numerosi caduti. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

MASPERO UGO

Ugo Maspero “SMITH”, giovane sommese, nato a Colico (SO) il 13 marzo 1926, entrò in giovane età nelle file della resistenza. Nel 1944, spinto da una forte ribellione nei confronti delle imposizioni sopportate e da un rifiuto verso il fascismo e allo stesso tempo rifiuto di compiacere un alleato che si era dimostrato padrone crudele, combattè la guerra partigiana nell’Ossola con la Divisione Valtoce, di Alfredo Di Dio. Lasciò la sua famiglia per immergersi completamente in un’avventura rischiosa di cui non conosceva il disagio. Morì coraggiosamente l’8 settembre del 1944 nell’assalto al presidio nazifascista di Piedimulera. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio:

MANDELLI DANTE

All’interno dei documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio, troviamo una lettera scritta in occasione dell’inaugurazione del cippo a Cunardo in memoria del martire della libertà Mandelli Dante, datata 30 giugno 1946.  In primo luogo troviamo un ringraziamento da parte dell’interprete dei sentimenti della famiglia Mandelli a  colo che partecipò alla cerimonia, è un ricordo al grande uomo che era Dante Mandelli.  Dante nella vita privata era modesto, giovanile, studioso mentre nella vita pubblica mostrava un’istancabile e prudente capacità organizzativa che lo rendevano prezioso al comitato clandestino di liberazione operante nella Valcuvia, Valganna e Valmarontrolo. Fin da piccolo si è distinto per mente brillante, grande cuore e inestimabile coraggio. Come si vede nel salvataggio del compagno del fiume.  Da tenere conto è sicuramente il fatto che finita la guerra ritorna agli studi e si laurea in scienze commerciali, si dà alla libera professione e si distingue come giornalista, inoltre approfondisce studi sociali concentrando le sue conoscenze per la rivendicazione dei diritti degli umili. Dante Mandelli sognava un’Italia libera democratica e unità nella lotta contro il fascismo. Consulta i documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio: