All’interno dei documenti presenti nell’archivio dell’Associazione Alfredo Di Dio, troviamo una lettera scritta in occasione dell’inaugurazione del cippo a Cunardo in memoria del martire della libertà Mandelli Dante, datata 30 giugno 1946. In primo luogo troviamo un ringraziamento da parte dell’interprete dei sentimenti della famiglia Mandelli a colo che partecipò alla cerimonia, è un ricordo al grande uomo che era Dante Mandelli. Dante nella vita privata era modesto, giovanile, studioso mentre nella vita pubblica mostrava un’istancabile e prudente capacità organizzativa che lo rendevano prezioso al comitato clandestino di liberazione operante nella Valcuvia, Valganna e Valmarontrolo. Fin da piccolo si è distinto per mente brillante, grande cuore e inestimabile coraggio. Come si vede nel salvataggio del compagno del fiume. Da tenere conto è sicuramente il fatto che finita la guerra ritorna agli studi e si laurea in scienze commerciali, si dà alla libera professione e si distingue come giornalista, inoltre approfondisce studi sociali concentrando le sue conoscenze per la rivendicazione dei diritti degli umili. Dante Mandelli sognava un’Italia libera democratica e unità nella lotta contro il fascismo.
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